Il Consiglio federale raccomanda di accettare la riforma sulla stabilizzazione dell’AVS (AVS 21)

Berna, 27.06.2022 - Il 25 settembre 2022 i votanti saranno chiamati a esprimersi in merito alla riforma sulla stabilizzazione dell’AVS (AVS 21). Per la popolazione svizzera è molto importante poter contare su un’AVS sana. Tuttavia, dopo 25 anni senza grandi riforme l’equilibrio finanziario dell’AVS è sempre più precario. La riforma consentirebbe di stabilizzare le finanze dell’AVS per circa un decennio e di garantire l’attuale livello delle rendite.

Sono 2,6 milioni i beneficiari di una rendita AVS. Per la maggior parte di loro questa è una componente sostanziale del reddito. Le rendite non sono però più garantite, poiché le uscite dell'AVS aumentano in misura maggiore delle sue entrate. Ciò è dovuto a due motivi. Innanzitutto le generazioni caratterizzate da forte natalità stanno raggiungendo l'età di pensionamento: il numero di pensionati che ricevono l'AVS aumenta quindi più in fretta del numero di persone con attività lucrativa che versano contributi all'AVS. In secondo luogo le rendite devono essere versate più a lungo, poiché aumenta la speranza di vita. Pertanto tra qualche anno le entrate non saranno più sufficienti per finanziare tutte le rendite AVS. Nei prossimi dieci anni l'AVS avrà un fabbisogno finanziario supplementare di circa 18,5 miliardi di franchi per poter adempiere ai suoi obblighi.

Età di pensionamento unica con misure compensative

La riforma AVS 21 introduce un'unica età AVS per uomini e donne, pari a 65 anni, quale punto di riferimento per il pensionamento flessibile: per questo motivo essa viene chiamata età di riferimento. Chi inizierà a riscuotere la rendita all'età di 65 anni riceverà una rendita senza riduzioni né supplementi. La nuova età di riferimento di 65 anni si applicherà anche alla previdenza professionale (casse pensioni).

L'aumento dell'età AVS può incidere sulla pianificazione del pensionamento delle donne che sono alla soglia della pensione. Per questo motivo sono previste due misure compensative. Se la riforma entrerà in vigore a inizio 2024, saranno le donne nate tra il 1961 e il 1969 a beneficiare di queste misure. Le misure compensative sono la riscossione anticipata della rendita a condizioni più favorevoli oppure un supplemento sulla rendita AVS, se la sua riscossione non viene anticipata. Le misure compensative sono graduate in modo sociale: le donne che prima del pensionamento conseguivano un reddito modesto ne trarranno i benefici maggiori.

Il Consiglio federale e il Parlamento ritengono giustificato l'allineamento dell'età AVS delle donne a quella degli uomini. Oggi le donne hanno una formazione migliore rispetto al passato, esercitano in misura crescente un'attività professionale e vivono più a lungo degli uomini. Le misure compensative sono intese ad attenuare in un'ottica sociale gli effetti dell'aumento dell'età di pensionamento: circa un terzo dei risparmi generati dalla riforma verrà quindi riversato alle donne.

Flessibilizzazione della riscossione della rendita

Molti lavoratori anziani vorrebbero ridurre gradualmente l'attività lucrativa. Con la riforma AVS 21 questo sarà possibile: la rendita potrà essere riscossa a partire da qualsiasi mese tra i 63 e i 70 anni; inoltre si potrà scegliere di riscuotere soltanto una parte della rendita. Come la nuova età di pensionamento di 65 anni, anche la maggiore flessibilità si applicherà pure alla previdenza professionale.

La riforma crea inoltre incentivi a proseguire l'attività lucrativa dopo i 65 anni: chi continuerà a lavorare e a versare contributi dopo il raggiungimento dell'età di riferimento potrà migliorare la propria rendita AVS fino a concorrenza della rendita massima di 2390 franchi (coppie sposate: 3585 fr.), poiché gli ulteriori contributi versati in questo periodo saranno presi in considerazione per il calcolo della rendita. Ne trarranno vantaggio non solo gli assicurati stessi, che potranno colmare lacune contributive, ma anche l'economia, che ha urgentemente bisogno di personale qualificato.

Necessità di un aumento dell'IVA

L'innalzamento dell'età di pensionamento delle donne ridurrà le uscite dell'AVS di circa 9 miliardi di franchi nei prossimi dieci anni. Per contro, le misure compensative avranno un costo di circa 2,8 miliardi di franchi. A ciò si aggiunge il costo degli altri adeguamenti delle prestazioni, come il pensionamento flessibile, pari a circa 1,3 miliardi di franchi. Complessivamente, fino al 2032 la riforma AVS 21 sgraverà le finanze dell'AVS di circa 4,9 miliardi di franchi.

Questi risparmi non bastano per stabilizzare la situazione finanziaria dell'AVS e garantire le rendite. Per questo motivo la riforma AVS 21 prevede anche di incrementare le entrate aumentando l'IVA. L'aliquota normale dell'IVA passerà dall'attuale 7,7 per cento all'8,1 per cento. Ai beni di prima necessità si applicherà un'aliquota ridotta, che passerà dal 2,5 al 2,6 per cento. L'aliquota speciale per il settore alberghiero sarà aumentata nella stessa misura, passando dal 3,7 al 3,8 per cento.

Per il Consiglio federale questo aumento minimo dell'IVA è giustificato e necessario. Esso contribuirà in misura determinante a garantire un'AVS sana. Se si volessero stabilizzare le finanze dell'AVS soltanto mediante risparmi, occorrerebbe una drastica riduzione delle prestazioni.

Fino al 2032 l'innalzamento dell'IVA apporterà all'AVS entrate supplementari per un totale stimato a 12,4 miliardi di franchi. Considerando anche i risparmi di circa 4,9 miliardi, fino al 2032 le finanze dell'AVS saranno sgravate di circa 17,3 miliardi di franchi. In base ai calcoli dell'UFAS, resterà un deficit di finanziamento di circa 1,2 miliardi di franchi, che secondo la volontà del Parlamento andrà affrontato nell'ambito della prossima riforma dell'AVS (mozione 21.3462 «Mandato per la prossima riforma dell'AVS»).

Compromesso equilibrato per un'AVS stabile e rendite sicure

La riforma AVS 21 è un compromesso equilibrato tra maggiori entrate e risparmi. Con la riforma AVS 21 il finanziamento delle rendite sarà garantito per i prossimi dieci anni. Negli ultimi 25 anni non vi è stata nessuna grande riforma dell'AVS. Più si aspetta, maggiore sarà il prezzo che dovranno pagare le generazioni future per ristabilire l'equilibrio delle finanze dell'AVS e garantirne le rendite.

Gli argomenti degli oppositori

Gli oppositori del progetto sostengono che i risparmi vengono scaricati esclusivamente sulle donne, che già oggi ricevono rendite di vecchiaia di un terzo inferiori a quelle degli uomini (tra AVS e cassa pensioni). E questo è soltanto l'inizio: si sta già pianificando il pensionamento a 67 anni per tutti. A loro avviso, la riforma AVS 21 è il primo di una serie di progetti di smantellamento che riguardano tutti noi.

Due progetti, una riforma
La riforma AVS 21 consta di due progetti. Uno prevede l’aumento dell’IVA a favore dell’AVS. Poiché questo aumento implica una modifica costituzionale, il progetto deve essere necessariamente sottoposto a votazione. L’altro prevede adeguamenti delle prestazioni dell’AVS. Contro questo progetto è stato lanciato il referendum. I due progetti sono correlati: se uno dei due sarà respinto, l’intera riforma fallirà.


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Ultima modifica 07.09.2006

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