Il Consiglio federale avvia la consultazione sulla riforma della previdenza professionale

(Ultima modifica 24.03.2020)

Berna, 13.12.2019 - La riforma della previdenza professionale permetterà di garantire le rendite, rafforzare il finanziamento e migliorare la situazione delle persone che lavorano a tempo parziale, in particolare quella delle donne. Nella sua seduta del 13 dicembre 2019, il Consiglio federale ha posto in consultazione fino al 29 maggio 2020 (proroga in conseguenza del coronavirus) la proposta elaborata da tre associazioni mantello nazionali delle parti sociali.

Le rendite della previdenza professionale sono sotto pressione ormai da tempo a causa dell’aumento della speranza di vita e del perdurare della difficile situazione sui mercati finanziari, con tassi d’interesse molto bassi o addirittura negativi. Questo è un problema, in particolare per le casse pensioni le cui prestazioni non superano o superano di poco la previdenza professionale obbligatoria. L’entità delle loro prestazioni dipende ampiamente dall’aliquota di conversione fissata dalla legge, attualmente pari al 6,8 per cento. Alla luce dell’evoluzione demografica e del basso livello degli interessi, questo valore è troppo elevato.

Il 2 luglio 2019, su invito del Consiglio federale, l’Unione svizzera degli imprenditori (USI), l’Unione sindacale svizzera (USS) e Travail.Suisse hanno presentato una proposta per la revisione del secondo pilastro. L’obiettivo della riforma è quello di ridurre il problema di finanziamento della previdenza professionale, garantire il livello delle rendite e migliorare la protezione sociale dei lavoratori che conseguono redditi modesti. Il Consiglio federale pone oggi in consultazione il modello delle parti sociali, riservandosi di apportare adeguamenti dopo la relativa procedura.

Le grandi linee dell’avamprogetto

Per il Consiglio federale il compromesso delle parti sociali offre l’opportunità di presentare una riforma della previdenza professionale in grado di raccogliere i consensi di una maggioranza. L’avamprogetto prevede le misure seguenti:

  • Con l’entrata in vigore della revisione, l’aliquota minima di conversione, utilizzata per convertire il capitale risparmiato in rendita, verrà ridotta in una sola volta dal 6,8 al 6,0 per cento.
  • I futuri beneficiari di rendite di vecchiaia e d’invalidità della previdenza professionale riceveranno a vita un supplemento di rendita mensile. Il supplemento ammonterà a 200 franchi per le classi d’età che inizieranno a riscuotere la rendita nei primi cinque anni dall’entrata in vigore della riforma, a 150 franchi per le cinque classi d’età successive e a 100 franchi per le cinque classi d’età ulteriori. Per i nuovi beneficiari di rendita a partire dal 16° anno dall’entrata in vigore, il Consiglio federale riesaminerà l’importo anno per anno. Il supplemento di rendita sarà indipendente dall’importo della rendita stessa e verrà finanziato tramite un contributo dello 0,5 per cento sul reddito annuo soggetto all’AVS fino a 853 200 franchi (valore per il 2019).
  • La deduzione di coordinamento, attualmente pari a 24 885 franchi, sarà ridotta a 12 443 franchi. In questo modo il salario assicurato sarà più elevato e gli assicurati con salari modesti, tra cui molti lavoratori a tempo parziale e donne, godranno di una migliore copertura sociale contro la vecchiaia e l’invalidità.
  • Verranno adeguati gli accrediti di vecchiaia, che saranno meno graduati rispetto a oggi. In futuro, sul salario soggetto alla LPP saranno applicate due aliquote: una del 9 per cento tra i 25 e i 44 anni e una del 14 per cento a partire dai 45 anni. In questo modo si ridurrà la differenza tra gli assicurati più giovani e quelli più anziani e gli oneri salariali per questi ultimi diminuiranno. Attualmente gli accrediti di vecchiaia per gli ultracinquantacinquenni ammontano al 18 per cento.
  • Le sovvenzioni per gli istituti di previdenza con una struttura d’età sfavorevole verranno soppresse, poiché saranno rese superflue dal nuovo disciplinamento degli accrediti di vecchiaia.

Queste misure consentiranno di mantenere nel complesso il livello delle prestazioni della previdenza professionale e addirittura di migliorarlo per le persone con redditi modesti, e in particolare per le donne.


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Colette Nova
Vicedirettrice, Ufficio federale delle assicurazioni sociali
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