Il 7 marzo 2010 il 72,7 per cento dei votanti ha respinto l’adeguamento dell’aliquota minima di conversione della previdenza professionale.
L’aliquota minima di conversione serve a calcolare le rendite delle casse pensioni. Il progetto prevedeva di adeguarla per le nuove rendite fino a raggiungere il 6,4 per cento nel 2016 in modo da dare maggior stabilità finanziaria al 2° pilastro. Contro il progetto è stato lanciato un referendum. Nella votazione popolare del 7 marzo 2010 l’adeguamento dell’aliquota minima di conversione è stato respinto con il 72,7 per cento dei voti. A prescindere dall’esito della votazione è già in corso un adeguamento, che porterà l’aliquota minima di conversione al 6,8 per cento sia per gli uomini che per le donne entro il 2014.